L’avventurosa Storia della stretta di mano.

Il covid 19 ci ha obbligato ormai da diversi lunghi mesi a ridefinire i rapporti umani, codificati tramite nuove modalità relazionali, coincidenti con precauzioni igieniche, quali la distanza di sicurezza, il lavarsi frequente delle mani, l’uso appropriato della mascherina (in modo che copra anche il naso) e il non accostarsi più ad assembramenti di persone. Certamente tali comportamenti sanitari mirano a salvaguardare la nostra salute, ma fanno anche sì che si abbandoni completamente il coinvolgimento sociale, relazionale, affettivo, amicale, solidale, derivante inesplicabilmente solo dal contatto fisico. E allora siamo sorpresi dalla nostalgica malinconia di un abbraccio, di una carezza, di un bacio e di una stretta di mano.
Massimo Arcangeli, sociologo della comunicazione, critico letterario e docente di linguistica presso l’Università di Cagliari, ben consapevole di tale frustrante reazione emotiva, che ha sconcertato tutta l’umanità in ogni parte del globo dove il virus continua a mietere vittime, ha così deciso di far pubblicare un suo saggio, di tenore storico-divulgativo, e anche ironico e divertente, in cui accompagna piacevolmente il lettore in un viaggio lungo i secoli, partendo dall’epoca mesopotamica sino ai giorni nostri caratterizzati da questa devastante pandemia, in cui viene descritto, illustrato e raccontato, in tutte le sue molteplici e diverse forme di esternazione, il classico gesto della «stretta di mano». «L’idea di una storia di strette, toccamenti, sfioramenti di mano dalla più remota antichità alla cronaca recente. Anche per essere pronti quando, oltre a stringere mani – poiché ci torneremo – ad abbracciarci e baciarci» ha dunque partorito un libro dal titolo inequivocabilmente attinente al tema in questione:
“L’avventurosa storia della stretta di mano. Dalla Mesopotamia al Covid 19” (Castelvecchi, pp.101, euro 14,50).
Con numerosi aneddoti, versi poetici, brani letterari, fatti di cronaca, reperti archeologici e opere artistiche, la storia umana della stretta di mano è in queste pagine esplorata e rivissuta, al fine di non farcene dimenticare o smarrire il valore etico e profondamente simbolico, carico di significati e risvolti umani preziosi e imprescindibili, proprio in questo periodo caratterizzato da un’emergenza sanitaria, in cui persino l’Oms è intervenuta per suggerire al genere umano modalità di saluto alternative come, per esempio, il «gomito contro gomito».

L’autore cita anche che cosa e come si faceva nel Ventennio fascista, raccontando che Benito Mussolini disprezzò la stretta di mano come un volgare segno «borghese» ed esortò, senza mezzi termini, al «saluto romano».
In questo elenco di modi umani di salutarsi, oltre alle mani, si fa riferimento anche ai piedi, ai nasi e alle bocche, richiamandosi a forme culturali differenti, ma tuttora in voga, sia in Oriente che in Africa, sia tra i Maori che tra gli Esquimesi, sia in Kenya che altrove.
I singoli popoli – fa notare il professore Arcangeli – manifestano, ognuno a suo modo, come si traduce gestualmente il rito dell’accoglienza dell’altro e per dare il benvenuto. Non mancano poi i richiami letterari, e fano la loro bella figura in questo volume: Plinio il Vecchio, Giosuè Carducci, per esempio, ma anche Shakespeare e i cronachisti fiorentini, solo per citare alcuni scrittori. Tra queste citazioni il celebre Trilussa sembra rivelarsi il poeta che più di altri si avvicina, per sensibilità, al dramma della pandemia che stiamo vivendo oggi, con un ironico tocco di gradevole leggerezza: «Quela de da’ la mano a chissesia nun è certo un’usanza troppo bella: te pô succede ch’hai da strigne quella d’un ladro, d’un ruffiano o d’una spia. Deppiù la mano, asciutta o sudarella, quanno ha toccato quarche porcheria, contiè er bacillo d’una malatia, che t’entra in bocca e va ne le budella».
A proposito di «toccamano» (come si usava dire nel passato per significare le strette di mano), nel volume, vi è anche un’ampia e divertente documentazione su come si stringono le mani i potenti della Terra, e il già presidente statunitense Donald Trump è sarcasticamente preso di mira, con tanto di foto che lo ritraggono, con la sua mole e la sua voglia ossessiva di predominare con prepotenza e arroganza sugli altri, fossero pure il presidente francese Macron o la regina Elisabetta, torturando con strette possenti le mani altrui.